I denti del giudizio e la dentosofia (prima parte).

di rossella

I denti del giudizio e la dentosofia (seconda parte)

I denti del giudizio e la dentosofia (terza parte)

I denti del giudizio e la dentosofia (quarta parte)

I denti del giudizio e la dentosofia (quinta parte)

Stanotte ho sognato i miei denti. Non ho fatto uno dei sogni più frequenti nell’immaginario onirico, dove si vedono i denti cadere, immagine che di solito si manifesta per indicare al sognatore un calo di energia. Ho visto anzi che la mia bocca si era decisamente ingrandita: fra la dentatura e l’interno delle guance si era creato uno spazio ampio e ben definito.

Ho pensato fosse arrivato dunque il momento di scrivere dell’attivatore, un apparecchio per i denti che sto usando da febbraio. Qualche anno fa, dopo un’usuale visita di controllo, ho saputo che i miei denti del giudizio erano inclusi, ovvero cresciuti per metà, mentre l’altra metà era costretta sotto la gengiva. Ogni volta che facevo un controllo, mi dicevano che questi denti non si sarebbero mai sviluppati e che andavano estratti tutti e quattro.

(immagine trovata su Internet)

Mi sono sempre ribellata all’idea e non solo per la mia ventennale diffidenza nei confronti dei dentisti. Quand’ero piccola mia madre mi aveva portato per la prima volta da uno di loro; senza spiegarmi cosa avessi e cosa mi stava facendo, quel medico mi spalancò la bocca e, in un completo quanto inquietante silenzio, mi iniettò in un dente l’anestetico. Mi spaventai e corsi via dal suo studio, per rientrare in quello di un altro odontoiatra solo verso i 20 anni. Il dentista prescelto strabuzzò gli occhi, nell’apprendere che non mi ero mai fatta curare i denti da nessuno e stupito che, nonostante questo, avessi una dentatura tutto sommato sana. Negli anni continuai a curarmi da lui ma, quando si presentò il problema dei denti del giudizio, non riuscì a convincermi ad estrarli. Per fortuna non ho mai avuto grossi problemi, al limite un po’ di dolore e gonfiore saltuario: questo perché la gengiva ricurva sul dente forma una sorta di “tasca”, ideale per l’annidarsi dei batteri, che possono causare piccole infiammazioni ed infezioni. Trascorsi comunque tre anni dal primo controllo, la diagnosi dei vari dentisti era rimasta sempre la stessa mentre i denti del giudizio superiori, annoverati dagli esperti fra quelli che “non sarebbero mai cresciuti”, si erano completamente formati! Rimanevano dunque come candidati all’estrazione soltanto i due denti inferiori: io però, incoraggiata anche dallo sviluppo dei denti superiori, continuavo a pensare che era assurdo voler liberarsi dei terzi molari, che la natura stessa ci aveva donato e che dovevano pur avere la loro funzione e ragione d’essere. Mentre mi mantenevo ben attaccata a quest’idea, incontrai sulla mia strada la dentosofia, che letteralmente significa “saggezza dei denti”:  nata in Francia, questa terapia vuole curare i nostri denti con un approccio olistico, considerando il loro stato come un riflesso delle condizioni del nostro intero organismo. Il modo in cui i denti si dispongono nella nostra bocca dipende ad esempio anche da come mastichiamo o respiriamo, dalle posture errate che assumiamo, dalle tensioni attive nel nostro corpo. Lo strumento principale della dentosofia è un particolare apparecchio, chiamato attivatore, che aiuta appunto il paziente ad “attivare” l’equilibrio all’interno della propria bocca.

I denti del giudizio e la dentosofia (seconda parte)

I denti del giudizio e la dentosofia (terza parte)

I denti del giudizio e la dentosofia (quarta parte)

I denti del giudizio e la dentosofia (quinta parte)

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