Lettera di un ex Maestro spirituale ai suoi allievi.

di rossella

Mie care anime, sono qui, sto pregando per voi. Come state? Mi sento ancora responsabile del vostro benessere interiore. Qui sono  in isolamento e sto riflettendo molto sul  mio passato, sul nostro passato. Mi dispiace se ho detto e fatto delle cose che vi hanno ferito e hanno in qualche modo reso più arduo il percorso di auto-conoscenza a cui vi eravate accostati con tanto entusiasmo. Non temete, perché siete voi stessi il vostro percorso. Anche se quando vi parlavo vi ho insegnato il contrario, che da soli non potevate andare da nessuna parte, adesso invece vi annuncio che non potrete mai perdervi, in alcun modo. Ovunque la vita vi porterà, quella sarà la vostra strada.

Perché oso scrivervi? Provo pena per le mie azioni e ho bisogno di dirvi delle cose importanti. Tutte le volte che mi sono arrabbiato con voi, perché non eseguivate i miei ordini, tutte le volte che ho urlato o ho schernito la vostra debolezza, cercando di farvi sentire minuscoli… be’ ero io quello minuscolo, più piccolo di una mosca. E me la prendevo con voi perché questa mia piccolezza non volevo assolutamente vederla. Probabilmente non ero degno di farvi da guida: forse però le nostre strade si dovevano unire per un po’ di tempo, forse sono riuscito ugualmente ad insegnarvi qualcosa. O forse eravate voi destinati ad insegnarla a me.

Molti fra voi continuano ancora a cercarmi. Ma io non posso, né voglio, essere più il vostro Maestro. Sono un uomo come voi anime mie, spesso sono stato anche peggiore di voi. Ciascuno di voi non è meno illuminato di me. Forse io mi ricordo più spesso di guardare verso la Luce, ma soltanto perché nel mio buio ne sento disperatamente la mancanza. Questo sì, me lo riconosco. Non c’è giorno in cui io non mi ricordi della Luce. Ma finalmente non brilla più unicamente il mio sguardo, anche il mio cuore risplende. Quando guardo la luna lontana, dalla mia finestra. Quando vi penso, non più con giudizio, ma con infinito amore. Non vi darò più compiti, non vi coinvolgerò più nei miei progetti, facendovi perdere di vista i vostri. Voi non siete i miei burattini, né i miei servi non retribuiti. Quando ho avuto il coraggio di aprire gli occhi sui vostri cuori, ho visto che stavate male, sempre tesi verso la prossima attività da fare, sempre con il cuore e la testa in tumulto (avrò sbagliato qualcosa? Sto crescendo spiritualmente? Riuscirò a fare questo compito? Perché il Maestro non mi considera adatto per questa attività? Come posso farmi apprezzare di più da lui?). Soltanto ora mi rendo conto che cercavo in ogni modo di farvi sentire in colpa. E poi, cosa vi raccontavo? Che il senso di colpa non esiste! Vi confondevo sempre di più. Di solito reagivate in due modi opposti: c’era chi si diceva “Ma certo, non esiste, che stupido che sono stato” e chiudeva fuori tutti i pensieri negativi, ignorandoli e concentrandosi sull’importanza della meditazione; c’era invece chi si sentiva ancora più in colpa “Non esiste? Ma io lo provo… Sono sbagliato allora”. E così le catene con cui vi tenevo legati si facevano ancora più strette.

Adesso sono qui da solo, ho bisogno di stare da solo, in silenzio. Non posso impedirvi di raggiungermi, ma non aspettatevi nessuna parola da me. Dopo questa lettera, per molto tempo tacerò: dopo tutte le stupidaggini che ho pronunciato, ho deciso di abbracciare il silenzio a lungo. Voglio impiegare ciò che mi rimane di questa vita in modo onesto e rispettoso.

Abbiate cura di voi anime mie. Vi penso sempre e prego per me e per voi.

Essence, Soul Card by Denise Linn