Luglio chiaro e coraggioso.
Pian piano i giorni ritornano ad essere più tranquilli. Ormai è estate, il caldo è quasi soffocante eppure tutta questa luce mi piace, è piena di vitalità. Viene voglia di trascorrere quasi tutta la giornata dentro l’acqua, o riposando. Non sempre è possibile. L’aria ha il profumo della magnolia e del glicine, che quest’anno sta rifiorendo una seconda volta. Le scosse ogni tanto ritornano ma, soprattutto noi fortunati che abbiamo ancora una casa, siamo diventati più coraggiosi. “Coraggio” è una parola che rimanda al contatto con il proprio cuore; ho (ri)scoperto il mio molto saldo. In questi mesi, lui non ha mai tremato. A volte si è arrabbiato, di fronte alle tante notizie false che, tramite internet e la superficialità o la malafede di chi se ne occupava, venivano diffuse sul terremoto. Si è stancato, perché ogni giorno c’erano tante cose da fare e molte da sopportare. Si è dispiaciuto, quando le parole di chi ha vissuto in prima persona il terremoto, sono state usate come pretesto per parlare di tutt’altro, ad esempio di questioni secolari come le polemiche Nord – Sud. Sembra infatti che, lodare la prontezza che gli Emiliani, esponenti del Nord Italia, hanno dimostrato in questa situazione, significhi per qualcuno sottintendere un giudizio negativo sul Sud. E a proposito di Sud, io sono calabrese, e sono cresciuta in una regione universalmente considerata ad alto rischio sismico; è stato qui in Emilia però, dove nessuno si aspettava un terremoto, che ho vissuto questa esperienza. Mi sento parte di questo posto, e non solo perché ho deciso di vivere qui. Come tutti gli altri posti dove sono stata, non lo sento estraneo a me. Certo, sono nata e cresciuta in Calabria, ma non è solo a questa terra che appartiene il mio cuore: lui si sente parte del mondo. Grazie anche a questa occasione, ho conosciuto molti emiliani. Ho notato la loro enorme capacità di reagire che, soprattutto nei primi giorni in cui ero terrorizzata dalle scosse, mi ha aiutato tanto a tranquillizzarmi. Immersa in questa situazione, ho pensato soltanto al presente: a superare la paura, ai danni cui porre rimedio, a diffondere informazioni utili, a stare vicino alle persone care e a chi è stato meno fortunato di me. Chi non era qui, non potrà mai capire totalmente che cosa si prova: quanta paura si ha prima, e come si desidera tornare con tutte le forze alla normalità dopo. Come ci si sente impotenti infine, di fronte a un fenomeno che non puoi controllare, a un futuro che non puoi prevedere. Persino una mia amica che vive a Ferrara (ha quindi sentito molto bene le scosse) ed è venuta da poco a farmi visita, è rimasta senza parole vedendo dal vivo le case crepate e crollate (la zona dove vivo è quella intorno al primo epicentro). “Vederle in tv è diverso” ha commentato. Perdono quindi tutti coloro che non hanno avuto molta capacità d’immedesimazione e si sono soffermati sui dettagli della loro mente, più che su quello che (mi) stava accadendo; vorrei esortarli però a dire e a fare cose più opportune. O a tacere, che spesso si rivela una delle cose più utili e rispettose che tutti possiamo fare.