Scritti da Saturno

di Rossella Arena

Tag: reincarnazione

Il lavoro con le vite precedenti.

L’esperienza per ogni settore è una grande maestra: solo quando passiamo attraverso di essa possiamo dire di aver imparato davvero qualcosa e di poterne riconoscere la validità. Sono sempre stata affascinata dalle vite precedenti e, rispetto ad altre persone, le ho sempre ritenute un fatto assodato. Il primo incontro con informazioni che riguardavano le mie è avvenuto tramite l’astrologia: attraverso i dati ricavati dalla lettura del tema natale avevo ricevuto delle notizie preziose, soprattutto sul lavoro evolutivo che dovevo fare in questa vita per continuare la mia realizzazione. È come se vivere tante vite ci facesse arrivare in questa con un certo bagaglio di esperienze, emozioni e conoscenze. Anche se non sempre ricordiamo coscientemente ciò che è successo, ne portiamo nel nostro inconscio la memoria; proprio così come in questa vita, dopo aver vissuto determinate situazioni, si attivano in noi delle trasformazioni interiori.

Dato che questo tipo di lavoro mi ha sempre incuriosito molto e volevo saperne di più, qualche mese fa mi sono iscritta a un corso a tema con Brian Weiss, che si terrà a maggio 2015. Questo autore è famoso proprio perché parla nei suoi scritti del valore delle vite precedenti ed è conosciuto anche perché tratta spesso il ricercatissimo tema delle anime gemelle. Appena mi sono iscritta, forse perché in questo modo ho manifestato il mio desiderio di conoscere più dettagli, ho cominciato ad avere tantissimi e precisi ricordi delle mie vite precedenti. Tutto questo è accaduto non a caso in un momento in cui stavo lavorando molto su me stessa e gli altri tramite la guarigione spirituale. I ricordi delle vite precedenti sono arrivati per ognuno di noi proprio al momento giusto e hanno completato i vari quadri delle guarigioni interiori. Per quello che ho avuto modo di sperimentare finora, è come se certe forti emozioni inspiegabili non fossero solo legate a una modalità reattiva stabilitasi nell’infanzia, ma si collegassero anche tramite stimoli del presente ad emozioni intense di vite precedenti. Ad esempio, se in una vita precedente abbiamo vissuto una forte sensazione di pericolo che poi non è stata elaborata, è possibile che in molti momenti di questa vita ci colga uno spavento che risulta spropositato rispetto alle reali circostanze. Più totalizzante è l’emozione che proviamo, più probabile che sia “karmica”, ovvero risalente a una vita precedente a questa.

Durante il lavoro con alcune persone che non credevano particolarmente nelle vite precedenti oppure vi erano semplicemente indifferenti, ho sentito in ogni caso di comunicare le informazioni che mi erano arrivate su episodi specifici di una delle loro vite. Appena le ascoltavano, era come se una parte remota di loro avesse ricevuto finalmente attenzione: questa consapevolezza da subito portava nella persona una grande tranquillità e un maggiore equilibrio. Se siete incuriositi anche voi da questo tipo di lavoro, vi consiglio caldamente il seminario intensivo con Brian Weiss (maggiori info qui).

Amare ti rende libero?

Ho perso la testa per amore un paio di volte. Forse di più. Ero come impazzita dalla sofferenza. Perché si trattava di “amori impossibili”, quelli segnati da ombre, freddezza, dolore. Se mi guardo indietro mi sembra assurdo, che credessi in quel tipo di amore, che dicessi sinceramente di essere innamorata. Evidentemente dovevo viverlo ed attraversarlo, questo dolore profondo e sordo (alla gioia) che portavo dentro. Non c’era altro modo per liberarsene.

A volte i legami di dolore che si creano con altre persone sono razionalmente inspiegabili. Nei rari momenti di lucidità, ci si chiede perplessi: per quale motivo tengo così tanto a quella persona? Il fatto è che il legame non esiste nella testa, ma nel cuore. Vive di emozioni improvvise ed incontrollabili. Sono quelle che ci confondono, e richiedono la nostra attenzione.

Qualcuno parla di reincarnazione: questa è solo una delle tante esistenze che abbiamo vissuto, e che forse vivremo. In queste tante vite, stringiamo dei rapporti, succedono tante cose fra noi e gli altri, a volte non basta una sola realtà per risolverle. Ecco perché ci si incontra di nuovo, per avere la possibilità di andare oltre. Oltre cosa? Il proprio dolore. Abbracciare la gioia. Cos’è la gioia?

La gioia è innanzitutto accettazione della realtà. Ma non un’accettazione passiva, inerme. Un’accettazione viva, consapevole che tutto quello che succede è lì per farci trovare la strada per il nostro benessere.  Che è, prima di tutto, interiore. Così quello che viviamo all’esterno, è frutto di quel che siamo all’interno. Tutto quello che portiamo dentro, per fortuna, può cambiare ed evolvere continuamente. Siamo qui proprio per questo.

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Per tutto quello di irrisolto e confuso che portavo dentro, avevo molta paura del rapporto d’amore. Alcuni dicono che scegliamo proprio delle situazioni difficili, spesso impossibili, perché così sappiamo che non potranno mai andare a buon fine. Ecco perché soffriamo per amore, perché l’amore vero e proprio non lo vogliamo. Non siamo ancora pronti per aprirci all’altro. Credo ci sia della verità in questo. Nello stesso tempo però, credo nel destino e nel fatto che dobbiamo entrare in relazione con certe persone, nella nostra vita. Proprio perché avvenga la nostra trasformazione. Non con tutte poi, ovviamente, si soffre. Esistono legami di dolore e legami di gioia, quelli che ti rendono più maturo e libero. Anche se con modalità diverse, ogni persona con cui ti relazioni è lì per farti apprendere qualcosa di importante su di te.

Contrariamente a quello che si pensa, non c’è nulla che possa renderti più libero di un intenso rapporto d’amore. A dire la verità, ne avevo paura proprio perché ero consapevole di quanto, in una seria relazione a due, ci si dovesse mettere in gioco e donarsi. Perché nessun lato di te sfugge al contatto profondo con un’altra persona: ed è appunto questo che, quando lo accetti e ti butti con coraggio in quest’esperienza, ti rende completamente libero. Finalmente sei lì, davanti a te stesso. No, non puoi più scappare. Eccoti. Be’, alla fine non sei così orrendo come credevi. Sei un essere umano pieno di debolezze ed oscurità, ma anche di tanti sorrisi e luce. Sei qui per essere te stesso. E diventi libero dal rifiuto di te. Sì, l’altro, il compagno che la vita ti ha voluto donare, ti ama e ti abbraccia per quello che sei.

Non c’è niente di meglio però, dell’abbraccio che si dà a sé stessi. L’altro ti può supportare ed ispirare in questo, ma tu sei l’unico che può farlo davvero. Ti auguro di farlo ogni giorno, con grande forza. E gioia.