Scritti da Saturno

di Rossella Arena

Tag: relazioni

Come posso uscire dalla sofferenza personale?

Ognuno di noi nella vita ha sperimentato almeno un conflitto. Allontanarmi emotivamente da un’altra persona, o mettere della rabbia fra me e lei, è sempre stata una cosa che mi ha fatto molto soffrire. Eppure lo facevo, perché a livello sociale perpetuiamo determinati modi di reagire a varie situazioni; che, proprio perché sono così diffusi, ci sembrano quelli più giusti. Dato che però alla fine non ero soddisfatta e pensavo sempre alla persona che avevo allontanato, ho cominciato nel corso del tempo ad interrogarmi sulla possibilità di agire in modo diverso. Ognuno di noi ha il suo punto di vista e pensa di avere ragione: quando si instaura un conflitto di solito è perché si incontrano due qualità di sofferenza molto simili. Ciò che vogliamo allontanare allora non è l’altra persona, ma il nostro dolore. E l’altro prova a fare lo stesso allontanando noi. In questo senso mi ha illuminato molto una frase di Louise Hay, che si esprimeva sulle cause dell’esaurimento nervoso: fra queste elencava un’eccessiva importanza data a sé stessi e al proprio modo di vedere le cose. Quando si reagisce molto negativamente a un’azione altrui  è come se ci si isolasse e ci si rifiutasse di vedere anche il punto di vista dell’altro: si attiva uno schema di pensiero secondo il quale la persona ha agito contro di noi e per questo siamo autorizzati ad odiarla. La realtà, anche se più impegnativa da accettare, è che la persona ha agito… per come è. Ognuno di noi fa del suo meglio e, se ripensiamo alla nostra esistenza, avremo fatto anche noi inconsapevolmente qualcosa che può aver causato dolore a qualcun altro.

Questo non vuol dire che bisogna accettare qualunque comportamento, o che non è mai necessario confrontarsi: occorrerebbe anzi farlo più spesso e curare la comunicazione in tutte le relazioni. È utile però per il nostro benessere cambiare punto di vista, cercando di comprendere la visione dell’altro e di concentrarsi sulle possibili soluzioni. Lasciando andare il dolore del passato per credere in un presente e in un futuro migliori.

Amare ti rende libero?

Ho perso la testa per amore un paio di volte. Forse di più. Ero come impazzita dalla sofferenza. Perché si trattava di “amori impossibili”, quelli segnati da ombre, freddezza, dolore. Se mi guardo indietro mi sembra assurdo, che credessi in quel tipo di amore, che dicessi sinceramente di essere innamorata. Evidentemente dovevo viverlo ed attraversarlo, questo dolore profondo e sordo (alla gioia) che portavo dentro. Non c’era altro modo per liberarsene.

A volte i legami di dolore che si creano con altre persone sono razionalmente inspiegabili. Nei rari momenti di lucidità, ci si chiede perplessi: per quale motivo tengo così tanto a quella persona? Il fatto è che il legame non esiste nella testa, ma nel cuore. Vive di emozioni improvvise ed incontrollabili. Sono quelle che ci confondono, e richiedono la nostra attenzione.

Qualcuno parla di reincarnazione: questa è solo una delle tante esistenze che abbiamo vissuto, e che forse vivremo. In queste tante vite, stringiamo dei rapporti, succedono tante cose fra noi e gli altri, a volte non basta una sola realtà per risolverle. Ecco perché ci si incontra di nuovo, per avere la possibilità di andare oltre. Oltre cosa? Il proprio dolore. Abbracciare la gioia. Cos’è la gioia?

La gioia è innanzitutto accettazione della realtà. Ma non un’accettazione passiva, inerme. Un’accettazione viva, consapevole che tutto quello che succede è lì per farci trovare la strada per il nostro benessere.  Che è, prima di tutto, interiore. Così quello che viviamo all’esterno, è frutto di quel che siamo all’interno. Tutto quello che portiamo dentro, per fortuna, può cambiare ed evolvere continuamente. Siamo qui proprio per questo.

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Per tutto quello di irrisolto e confuso che portavo dentro, avevo molta paura del rapporto d’amore. Alcuni dicono che scegliamo proprio delle situazioni difficili, spesso impossibili, perché così sappiamo che non potranno mai andare a buon fine. Ecco perché soffriamo per amore, perché l’amore vero e proprio non lo vogliamo. Non siamo ancora pronti per aprirci all’altro. Credo ci sia della verità in questo. Nello stesso tempo però, credo nel destino e nel fatto che dobbiamo entrare in relazione con certe persone, nella nostra vita. Proprio perché avvenga la nostra trasformazione. Non con tutte poi, ovviamente, si soffre. Esistono legami di dolore e legami di gioia, quelli che ti rendono più maturo e libero. Anche se con modalità diverse, ogni persona con cui ti relazioni è lì per farti apprendere qualcosa di importante su di te.

Contrariamente a quello che si pensa, non c’è nulla che possa renderti più libero di un intenso rapporto d’amore. A dire la verità, ne avevo paura proprio perché ero consapevole di quanto, in una seria relazione a due, ci si dovesse mettere in gioco e donarsi. Perché nessun lato di te sfugge al contatto profondo con un’altra persona: ed è appunto questo che, quando lo accetti e ti butti con coraggio in quest’esperienza, ti rende completamente libero. Finalmente sei lì, davanti a te stesso. No, non puoi più scappare. Eccoti. Be’, alla fine non sei così orrendo come credevi. Sei un essere umano pieno di debolezze ed oscurità, ma anche di tanti sorrisi e luce. Sei qui per essere te stesso. E diventi libero dal rifiuto di te. Sì, l’altro, il compagno che la vita ti ha voluto donare, ti ama e ti abbraccia per quello che sei.

Non c’è niente di meglio però, dell’abbraccio che si dà a sé stessi. L’altro ti può supportare ed ispirare in questo, ma tu sei l’unico che può farlo davvero. Ti auguro di farlo ogni giorno, con grande forza. E gioia.